Originariamente veniva suonato a mani nude, come tutte le
percussioni primitive del resto, ma non è chiaro risalire
all'epoca in cui si cominciò ad usare lo Stick. Con il
palmo della mano che sostiene lo strumento si può fare una
leggera pressione sul retro tendendo la pelle o
liberandola, ottenendo sfumature melodiche che solo i più
bravi riescono a realizzare. Il suono di questo strumento
è comunque molto caratteristico: netto, preciso, ma
soprattutto forte e profondo.
Questo strumento è molto più complesso rispetto quello che
sembra a prima vista ed il diverso utilizzo da parte del
percussionista rende il Bodhràn uno strumento decisamente
vario. Ci sono strumentisti che preferiscono usarlo in
modo sobrio accompagnando semplicemente le melodie, altri
invece lo usano inserendo complessi controtempi e pause e
numerose variazioni di suoni in maniera decisamente
estroversa, avvicinandosi in questo modo ad un batterista
jazz o rock e suonando utilizzando tutte le parti dello
strumento e con diversi tipi di "bastoncini" come ad
esempio le spazzole della batteria jazz. Al Bodhràn si
avvicinano sempre più persone probabilmente attratte dalla
facilità di integrarsi nelle sessions senza in questo modo
seguire corsi particolarmente lunghi e noiosi
Attenzione però, il bodhràn è uno strumento molto
delicato, tanto che il percussionista tipo di questo
strumento lo si vede spesso impegnato a trovare la giusta
tensione della pelle, scaldandola, "massaggiandola" o con
un accendino, o rinfrescandola ammorbidendo con acqua;
tutto questo perché la pelle è molto soggetta alle
variazioni di temperatura, di umidità e di conseguenza le
condizioni atmosferiche in generale: se la pelle è in
tensione si ottiene un suono più acuto che potrebbe
diventare eccessivo, ma se è poco tirata, lo Stick
potrebbe non rimbalzare correttamente. Il suono, inoltre,
pare che tenda a migliorare con il passare degli anni.
Negli anni '50 era quasi completamente scomparso e solo
nel 1961 un gruppo sperimentale in cerca di una
percussione particolare lo riportò alla gloria; il gruppo
si chiamava "Ceoltòiri Chualann" e l'elemento che propose
questo strumento era Seàn O'Riada a David Fallon,
successivamente il gruppo cambiò nome nel mitico "The
Chieftains" e l'elemento incaricato al Bodhràn era Peadar
Mercier fino al 1979 poi sostituito da Kevin Conneff.
Altri percussionisti importanti sono Johnny McDonagh dei
"De Dannan" (e successivamente nei "Arcady"), ma
soprattutto Christy Moore che lo suona esclusivamente a
mano nuda, riprendendo le tradizioni antiche. Negli anni
'70 e '80 sono state tante le rock band che hanno inserito
questo strumento nel proprio repertorio evidenziando lo
splendido stato di salute di questo strumento e la stretta
connessione tra il folk ed il rock irlandese.
Un'altra particolarità è che l'unica fabbrica al mondo che
si occupa a tempo pieno nella lavorazione di questo
strumento si trova proprio in Connemara, esattamente a
Roundstone, all'interno di un antico Monastero
Francescano. Di conseguenza rappresenta una tappa
d'obbligo a chi si appresta ad un viaggio in questa
splendida regione e per chi ama la musica. Malachy e la
moglie Anne Kearns sono i proprietari di questo centro
attivo dal 1976 e si occupano con grande cura della
costruzione, con pelle di capra genuina, secondo processi
tradizionali, delle decorazioni, fatte a mano, di questo
strumento pulsante della musica irlandese. Sono in grado
di effettuare dei disegni su commissione aspettando solo
30 minuti, inoltre da questa fabbrica si riforniscono
praticamente tutti i migliori suonatori di Bodhràn del
mondo. Negli ultimi anni si è anche sviluppato all'interno
del centro uno splendido negozio dove si può acquistare
tantissimi altri strumenti musicali: tutti i tradizionali
irlandesi, moltissimi tipi di percussioni (Tubular bells,
Bones, ecc...), ma anche CD, libri e gadget in genere di
tutto ciò che può essere legato alla musica ed alle
tradizioni irlandesi. |